Rivoluzione Raspberry

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A molti sarà capitato parlando di computer, di sentire la frase “mio figlio è molto esperto di computer, fa un sacco di programmi, se hai bisogno chiedi a lui”, nella maggior parte dei casi si starà parlando di un ragazzo che è un più o meno esperto “utilizzatore” del computer, magari uno smaliziato frequentatore di internet e dei social network, che si è anche creato un blog graficamente accattivante e lo gestisce in maniera ottimale ma se poi gli si chiede la differenza tra bit e byte o word non saprà rispondere, praticamente ha imparato ad utilizzare a fondo programmi scritti da altri. Facendo un parallelo col nostro mondo Radioamatoriale potremmo paragonarlo a quelli che, in gergo dispregiativo, vengono chiamati “schiaccia bottoni” Radioamatori che sanno maneggiare magari anche in maniera completa ed efficiente l’ultima meraviglia tecnologica sfornata dai produttori di apparecchiature Radioamatoriali utilizzandola al meglio per inanellare qso su qso ma di cui ne conoscono in maniera appena superficiale il funzionamento, persone che alla semplice domanda sulla differenza di comportamento della corrente continua in presenza di una resistenza o di un condensatore vanno in confusione. In entrambi i casi sono esperti utilizzatori del “mezzo” ma non certo esperti del mezzo in se. Al giorno d’oggi ci sentiamo partecipi di un’era altamente tecnologica ma paradossalmente la conoscenza è in mano di pochi, dei pochi che hanno le competenze per  progettare elettronicamente e programmare informaticamente tutto ciò di cui poi tanti a torto si sentono a loro volta esperti.

Perché ho scritto questo? Perché è la constatazione a cui sono arrivati alcuni professori della Cambridge University e che ha dato vita al progetto Raspberry PI. All’università nella specialità elettronica ed informatica col passare degli anni arrivavano giovani sempre più a digiuno delle basi tecnologiche fondamentali necessarie per un adeguato percorso formativo. E’ per questo che hanno deciso di progettare una scheda minicomputer che costasse poco, potesse essere programmata facilmente e potesse interagire elettronicamente col mondo esterno, una scheda che qualsiasi studente interessato all’argomento potesse avere la possibilità di acquistare e potesse dargli gli stimoli necessari per iniziare a piccoli passi un percorso di esperienze nel mondo dell’elettronica e della programmazione. La Raspberry PI ha centrato le aspettative ma per le sue caratteristiche ha fatto breccia anche nel mondo dei maker cioè degli auto costruttori in genere e quindi anche dei Radioamatori, non dimentichiamo che il Radioamatore è per definizione “un esperto del mezzo radio”, attenzione però a non confondere le parole, esperto del mezzo non esperto utilizzatore del mezzo, ovviamente purtroppo non si può essere tutti in grado di progettare la radio che si utilizza ma essendo il servizio di Radioamatore un servizio di autoistruzione ed apprendimento personale ognuno iniziando dalle basi potrà arrivare a fare un certo percorso in base al tempo ed alle conoscenze specifiche. La Raspberry PI è un’ottima piattaforma per cominciare o approfondire esperienze di elettronica ed informatica.

Mi sembra già di sentire qualcuno che sicuramente obietterà altero “ma noi siamo Radioamatori cosa c’entrano i mini computer e la programmazione?!” Bhè c’entrano eccome, anche se molti sembrano non accorgersene il digitale e l’informatica sono ormai una parte fondamentale del nostro mondo, e non parlo solo di SDR dove minicomputer e programmazione sono l’essenza del prodotto ma anche della classica radio di ultima generazione dove ormai l’informatica ed il digitale la fanno da padrone per cui se vogliamo cominciare ad avere un’idea di cosa stiamo facendo e come lo stiamo facendo, oltre a sgolarci o ad anchilosarci il polso col tasto intendo, ben venga la Raspberry PI con cui magari iniziare a fare piccoli esperimenti cosi come i nostri nonni facevano trafficando con le valvole o con la radio a galena, questo ci aiuterà a capire e ad armeggiare almeno un pò con la tecnologia che utilizziamo quotidianamente nello shack.

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